“Chi asciugherà le lacrime di un orfano?”

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Mi fa soffrire vedere un orfano maltrattato perché lui / lei è impotente e non ha nessuno presso il quale ricorrere per proteggersi. Quando un bambino piange, c’è bisogno di ascoltare il suo pianto e soccorrerlo. Questo si realizza sempre quando la madre è presente. Ogni essere umano merita il diritto alla protezione e siamo invitati a fare il bene ed evitare il male soprattutto nei confronti di un debole, quale è un orfano, come ha evidenziato la lettera ai Romani 12:21.  

Chi asciugherà le lacrime di un orfano?

Le lacrime di un orfano. Sono Waran Charles, un seminarista che studia in Italia, originario della contea di Kajo-keji, che si trova nella parte sud del Sud Sudan, al confine con l’Uganda del nord. Ho scelto di scrivere su questo argomento, tentando di esprimere i sentimenti che un orfano prova. Il motivo che mi ha fatto scrivere sulle lacrime di un orfano è dovuto a ciò che vedo nella nostra società (le sfide che gli orfani affrontano quotidianamente e che causano a loro lacrime e angoscia). Ci sono due tipi di orfani, quelli che hanno perso uno dei genitori (padre o madre) e quelli che hanno perso entrambi. Rivolgo l’attenzione a coloro che hanno perso entrambi genitori. Quando ero a casa, giocavo con il figlio del mio vicino che è orfano. Secondo me, non è una vita facile la sua, perché non è assistito, consigliato, aiutato e ben curato come sua madre avrebbe fatto. Essendo egli un bambino buono e umile, io provo sempre una grande preoccupazione per lui, perché la madre era nostra amica quando eravamo bambini. Quando mio fratello è morto nel 2015, io sono partito per ritornare a casa. Mentre ero a casa con la famiglia ho visto che mio padre era malato, ma egli mi disse “Torna pure in seminario, io starò bene. Tre mesi dopo la sepoltura di mio fratello, mi fu annunciato che anche mio padre se n’era andato. Sentivo che tutto pareva finito perché c’era buio dentro di me e la casa era lontana. Anche se non piangevo, sentivo le lacrime che scendevano e credo che le lacrime che scendono sulle guance degli orfani parlino in modo più eloquente delle parole che possono spiegare la loro situazione, o esprimere i loro desideri.

La guerra in Sud Sudan.

Nel 2013 è scoppiata la guerra in Sud Sudan. Molte persone erano infelici in quel tempo difficile perché le loro case e villaggi furono distrutti. L’essere umano è peggio di un leone perché può distruggere la vita umana per la volontà della distruzione. La guerra in Sud Sudan ha distrutto innumerevoli vite e ha lasciato moltissimi orfani. Molti di loro hanno dovuto assumere il ruolo di genitori.

La foto di due orfani.

Giorno e notte, scorrono lacrime silenziose sulle guance di bambini che ora sono diventati quasi dei genitori per i loro fratelli e sorelle. Kamisa Nyagoa, un’adolescente sud-sudanese della città settentrionale di Bentiu, ha assunto il ruolo di madre della famiglia, quando la madre è morta nel 2016. Si sveglia la mattina presto; lava, veste e nutre i suoi fratelli e sorelle prima di mandarli a scuola. Sente il peso che sua madre ha lasciato e la parte più difficile per lei è gestire il proprio dolore, con quello dei suoi fratelli.[i]   Quando penso agli orfani, ricordo il versetto di Esodo 3,7: “Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti, conosco le sue sofferenze”.  Anche se non ha nulla a che fare con gli orfani, questo versetto prende in considerazione la miseria del popolo che nel salmo10:14 dice: “Ma tu, Dio, vedi i guai degli afflitti. Consideri il loro dolore e li prendi per mano. Le vittime si impegnano a te; tu sei l’aiutante dei senza padre’. Qui si fa capire che Dio è l’aiuto degli indifesi, padre degli infelici.

La società

Ma oggi, come risponde la nostra società ai bisogni degli orfani? Gli orfani nella società. La società è una grande famiglia che contiene tutti gli esseri umani. Alcune famiglie insegnano erroneamente ai loro figli che dovrebbero evitare gli orfani anche nelle scuole, perché credono che essi siano esseri maledetti. Ogni volta che gli orfani cercano di avvicinarsi a qualcuno per cercare affetto e comprensione come farebbero con la loro mamma, sono allontanati e rimangono delusi. Molte persone non vogliono prenderli e svolgere per loro funzioni di genitori. Questo in molti modi ricorda loro. Limiti e le difficoltà gravi cui vanno incontro.

Personalmente, il mio rapporto con le persone è definito superficiale perché evito di farmi più male. Sono sempre stato visto come una persona con carattere riservato. Questo potrebbe essere vero perché nella mia infanzia vivendo con mia zia, ho sempre avuto molta paura di incontrarla e di chiederle ciò di cui avevo bisogno. Mi ci vuole sempre tempo per avvicinarmi a lei perché sento che c’è una grande differenza anche se non ha capito come mi sentivo. Anche se la società non è una famiglia, ha organizzazioni e associazioni istituite per aiutare gli orfani e le vittime della guerra. Queste organizzazioni offrono aiuti e sorrisi agli orfani a cui i loro parenti non riuscivano a darli.  L’orfanotrofio del Ministero della Luce Vero dà risposte agli orfani. Emmanuel, salvato dalla una situazione di morte ha detto: “Quando sono andato all’orfanotrofio, ho trovati gli altri bambini che cantavano. Mi hanno dato vestiti nuovi, nuove pantofole, un nuovo spazzolino da denti, e mi hanno insegnato come avere un tempo tranquillo al mattino”.[ii]

Le lacrime di un orfano vengono sempre asciugate da chi ha gli occhi per vedere davvero e una mano che aiuta. Molti lasciarono la scuola per prendersi cura dei loro fratelli e sorelle. Molti hanno abbandonato la scuola quando i loro genitori sono stati uccisi, come una delle ragazze che aveva dichiarato: “Non vedo futuro non sono a scuola e i miei fratelli hanno bisogno del mio sostegno. Questa responsabilità non mi permette di fare nulla per migliorare la mia vita. Ora penso a loro”.

L’orfanotrofio.

Come la società li (gli orfani) tratta? Alcuni bambini sono trattati in modo duro e non sono affatto aiutati nella formazione della personalità e nell’educazione.  Altri sono chiamati e trattati da “buoni a nulla” solo perché hanno perso i genitori e non c’è nessuno che parli per loro e li comprenda e li difenda. Trattati con tante negligenze, alcuni si sentono come se non dovessero vivere più. Emmanuel, uno degli orfani, all’età di 10 anni perse la madre tre anni dopo la morte del padre. È stato preso in casa da una coppia, ma lo hanno picchiato e trattato come uno schiavo. Un giorno, dopo che la nuova “madre” lo ha accusato di un comportamento gravemente scorretto, il marito ha deliberatamente dato fuoco alla capanna dove il giovane dormiva, rischiando di ucciderlo.[iii]  Quindi, gli orfani stanno subendo vere e proprie torture in diverse comunità. Le lacrime di Emmanuel continuano a scorrere quando ricorda questo incidente. Questo lo fa sembrare diverso dagli altri bambini perché a causa dei maltrattamenti subiti ora egli è disturbato psicologicamente.

la foto di Emmanuel dopo la morte dei suoi genitori

La maggior parte degli orfani non riceve amore dai propri genitori adottivi e alcuni sono ancora più sfortunati perché, una volta che hanno fatto piccole cose sbagliate come ogni bambino, nessun genitore adottivo è disposto a perdonarli, ma li punisce.[iv]  Ricordo che molti anni fa, quando nuovi vestiti o cose belle e comode venivano portate in famiglia, io potevo ottenerle dopo che tutti le avevano ottenute per loro. Per me, solo ciò che restava alla fine. Dopo aver fatto colazione tutti i giorni di scuola, andavo a scuola prendendo solo i miei libri, ma il bambino con cui stavo, andava a scuola anche con un po’ di soldi che usava per comprarsi qualcosa da mangiare durante la pausa. Molti orfani credo che sperimentino le stesse situazioni che ho vissuto io e che rimpiangano il fatto che, se i loro genitori fossero lì, potrebbero avere gli stessi vantaggi che gli altri bambini stanno avendo. Un bambino in tale situazione sa che i genitori con cui soggiorna non sono i suoi genitori biologici. E in alcune situazioni nella famiglia, gli orfani sono considerati al secondo posto e i loro veri figli in primo posto quando si tratta di distribuzione di beni, di oggetti, di soldi, di regali. Invece, gli orfani sono considerati al primo posto soltanto quando c’è lavoro da fare. Se potesse essere fatta la scelta di diventare orfano, credo che nessun bambino farebbe mai una scelta del genere.

Alcuni orfani anche nelle stesse famiglie dei loro parenti sono esposti a un duro lavoro. Ed è spesso lavoro pesante rispetto a quello di altri bambini.  Lavorano instancabilmente perché ad alcuni viene negato il cibo, se non finiscono di eseguire quello che devono fare. Da questa esperienza, alcuni hanno ricavato e presto abbastanza soldi rispetto ai giovani della famiglia. Perché avevano imparato attraverso le esperienze negative di vita che nessuno si preoccupa di loro e perciò, se devono essere se stessi, senza cercare di compiacere nessun altro, devono fare la strada da soli e vivere il loro progetto di futuro. Però, alcuni parenti in altre famiglie si fanno dare i soldi dai bambini per continuare a mantenerli in casa e i soldi se li tengono per sé. Ma se gli orfani rifiutano di dare i soldi ai quei parenti, saranno scacciati e dove andranno?

Gli Orfani nei campi profughi.

Cosa desiderano gli orfani? Con tutte le umiliazioni e i maltrattamenti che subiscono, tutti gli orfani vorrebbero tornare a casa loro perché la casa è il luogo dove ci sono i genitori, i fratelli, le sorelle. Ma gli orfani dove possono andare? Piangono perché sentono l’assenza delle loro madri, persone essenziali perché comprendono i sentimenti dei loro figli. In tempi di fame, sanno cosa fare. Per un bambino, la madre è l’unico tesoro esistente. Alcuni di loro quasi non vogliono più vivere a causa degli insulti che ricevono ogni giorno. “I miei genitori non sono vivi, non credo che siano vivi, non voglio pensarci più perché mi ricorda fatti terribili.” La maggior parte dei bambini crescono ricordando come sono morti i loro genitori.

Uno ha detto: “Ricordo che mia madre preparava sempre la colazione prima di andare a scuola e il pranzo era sempre pronto quando arrivavo a casa, come accade a tanti altri bambini anche miei amici”. Un orfano è come un prigioniero nel suo paese perché si sente insicuro. Non desidera solo cibo, sicurezza e riparo, ma persone con cui possa parlare. Uno ha detto “Le persone istruite odiano i poveri. Nessuno dei letterati qui si è preso la briga di parlare con noi o ha cercato di aiutarci. Tutte queste persone conoscevano mio padre quando era vivo. Ma ora non vogliono più conoscerci”.[v] Crescere come orfano ha sempre effetti negativi nella formazione del carattere, della personalità e spesso nelle relazioni sociali.

La Sacra Scrittura.

Gli orfani sono come una giovane pianta nella stagione secca che il proprietario ha abbandonato ed essa sta morendo a causa della mancanza di umidità. “I bambini senza genitori sono maggiormente esposti ad abusi e negligenze e dovranno affrontare problemi maggiori, tra cui isolamento, risultati scolastici inferiori, rischio di delinquenza e mancanza di una casa. La parola di Dio nell’Esodo, 22;22 ricorda agli uomini la loro responsabilità di proteggere gli orfani perché Dio vede e ascolta il grido dei senza padre e delle vedove: “Non maltrattare qualsiasi vedova o figlio senza padre“. La sacra Scrittura chiede amore e cura degli orfani. La Parola di Dio continua ad essere viva e attiva nel trasformare le comunità. È evidente che la Chiesa ha un legame genuino con Dio perché insegna la necessità di praticare la giustizia come manifestazione di un vero rapporto con Dio. Questa chiamata è di rispondere alle esigenze degli orfani e dei bambini vulnerabili.

È stata per me davvero una situazione molto difficile continuare il mio impegno in seminario dopo la morte di mio padre. Quando mio fratello morì, ripetei le stesse parole di Marta, Giovanni 11: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto”. È diventato l’unico capitolo di tutta la Bibbia che ho letto in quei giorni pensando di ottenere una risposta. È diventato molto difficile avere una condivisione spirituale aperta con il mio direttore spirituale perché era interessato a sapere come mi sentivo dopo la morte di mio fratello.  Sentivo che il padre spirituale non stava comprendendo la mia situazione interiore e l’unica cosa che gli ho detto è stata: Padre, parlerò con mio padre in modo che tu possa parlare con Lui.

Tre mesi dopo, ho ricevuto una visita insolita di mio zio. Non mi aveva mai visitato da quando? Avevo cominciato il seminario principale. Dopo aver avuto la notizia dell’ultimo respiro di mio padre, sono rimasto senza parole. E ho sentito che tutto era finito o, almeno, così mi è parso per parecchio tempo. È stata la più grande perdita oltre a quella di mio fratello, che ho avuto in soli tre mesi. Mi sentivo come se camminassi sospeso su un pezzo di filo e molto incerto riguardo alla mia vita e per il mio avvenire. Poi il tempo mi ha aiutato a trovare consolazione: Il Signore è il mio pastore, non c’è niente di più che io voglio. Attraverso questa dura esperienza e nonostante essa, ho imparato a continuare nella formazione al sacerdozio e a prepararmi per il mio progetto di futuro e cioè la missione che il Signore ha predisposto per me.

Diritti d’autore per immagini e video

Le foto sono di proprietà pubblico perché le ho prese dall’internet. Il video, non di mia proprietà, è proprietà pubblica e il suo utilizzo in quest’articolo è per far sentire le voci degli orfani.

 

[i] https://www.dandc.eu/en/article/south-sudan-many-orphaned-children-have-care-their-younger-siblings ,1.8.2020.

[ii]https://guardian.ng/features/story-of-orphans-that-brings-tears/ ,1.8.2020.

[iii] Cf, Ibid.

[iv] https://www.quora.com/What-is-it-like-to-grow-up-an-orphan ,1.8.2020.

[v]https://guardian.ng/features/story-of-orphans-that-brings-tears/ ,1.8.2020.

 

Categories: Esame Urbaniana 2020

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